Per decenni, l’idea di lavorare quattro giorni a settimana sembrava un sogno irrealizzabile. Ma oggi, la “settimana corta” è oggetto di test, dibattiti e riforme in vari Paesi europei, tra cui anche l’Italia. La domanda non è più “se” sia possibile, ma piuttosto: quali effetti avrebbe davvero sul lavoro e sulla vita?
Nel 2022, nel Regno Unito, è stato condotto il più ampio esperimento al mondo sulla settimana lavorativa di 4 giorni, coinvolgendo 61 aziende e oltre 3.000 dipendenti:
Il 92% delle aziende ha deciso di mantenere il modello dopo il test
Il 39% dei dipendenti ha riferito di sentirsi meno stressato
La produttività è rimasta invariata o migliorata
Esperimenti simili sono stati condotti in Islanda, Belgio, Spagna, Germania e Nuova Zelanda, con risultati in gran parte positivi: più benessere, meno assenteismo, maggiore focus.
In Italia, il dibattito è aperto: alcune grandi aziende (come Intesa Sanpaolo) stanno iniziando ad adottare formule flessibili, anche per attrarre e trattenere talenti.
Uno dei timori principali è che una riduzione dell’orario impatti negativamente sulla produttività. Ma i dati raccontano altro:
Secondo Eurofound, i Paesi con orari più brevi tendono ad avere una produttività oraria più alta
Il World Economic Forum ha evidenziato come la concentrazione cala dopo 5-6 ore di lavoro intenso, rendendo le ore aggiuntive spesso poco efficaci
In pratica, lavorare meno non significa lavorare peggio. Ma serve una nuova organizzazione: obiettivi chiari, tempi ben distribuiti, strumenti efficaci.
In un modello a 4 giorni, la capacità di gestire il proprio tempo diventa cruciale. E qui entra in gioco anche la scelta degli strumenti:
Agende cartacee o digitali per pianificare meglio le giornate
Tecniche di produttività come time blocking e deep work
Abitudini consapevoli che riducono le distrazioni e migliorano la qualità del tempo
Il passaggio non riguarda solo il numero di giorni lavorati, ma un vero cambio di mentalità: più attenzione, meno frenesia.
Il tema non è solo economico, ma anche di salute mentale e qualità della vita. Lavorare quattro giorni a settimana può significare:
Più tempo per la famiglia, il riposo, la formazione personale
Riduzione del burnout e dell’assenteismo
Maggiore motivazione e coinvolgimento
E quando le persone stanno meglio, anche il lavoro ne beneficia.
La settimana corta non è la soluzione perfetta per ogni contesto, ma è una delle strade più promettenti verso un lavoro più umano, sostenibile ed efficace.
Non si tratta di lavorare meno, ma di lavorare meglio. E forse, in un mondo che corre, imparare a rallentare è già un progresso.
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